Cerimonie della Tetrade

Sommario

Rito del Nome
Matrimonio
Investitura Cavalleresca
Rito dell'Addio
Rito della Memoria
Tetrade.pngvedi anche: l'oltretomba e le religioni nelle Terre Spezzate. L'Antica Religione: Druidi della Madre Terra - Sciamani degli Spiriti - il culto a Castelbruma
il culto della Tetrade: Cerimonie della Tetrade - Quattro Dèi - Quattro Corpi - Empi e Devoti. Il Profeta Castamante: Quattro Rivelazioni Divine
l'Ecclesia: il Tetrarca, i Vescovi e i Sacerdoti (Custodi della Fede, Paladini e Sacerdoti della Tetrade). Storia del Dominio di Vesta e di Valleterna



Rito del Nome

Dopo almeno un anno dalla nascita di un bambino, ed entro il quarto dalla sua nascita, questo viene sottoposto al Rito del Nome, in seguito al quale il nuovo individuo entra a far parte della società. Secondo la dottrina tetradica i fanciulli sono soggetti in forma molto lieve agli eccessi in Aeterna o in Laetitia, che agiscono in modo repentino seppur labile, per questo è fondamentale educarli immediatamente ai Principi della Tetrade, affinché seguano fin da subito la Via Virtuosa.

Il Rito del Nome è una cerimonia molto importante, in quanto dà inizio all’educazione religiosa del bambino, e si svolge in modo solenne, spesso accompagnata da grandi festeggiamenti anche perché la cerimonia avviene solo quando si ha la certezza che il bambino è sopravissuto indenne ai durissimi primi anni di vita (durante i quali muoiono numerose creature). Il rito prevede che siano ripercorsi in chiave simbolica i doni degli dei, per questo piedi e mani vengono imbrattati con la terra, il corpo viene asperso con l’acqua, la mano destra scottata con un goccia di cera scaldata con la fiamma, e infine il suo capo benedetto dal sacerdote, che vi soffia sopra, a ricordare il dono della ragione della virtù, concesso da Sidèreo.

Matrimonio

Il matrimonio è una tappa fondamentale del percorso di ogni uomo, e rappresenta un atto di Virtù in quanto l’unione tra un uomo e una donna è fondante della società e della sua crescita, costituisce una protezione reciproca dagli eccessi e rappresenta un giuramento da onorare ogni giorno della propria vita. Per questo il matrimonio viene officiato in nome di Laetitia ed Aeterna, e prevede che gli sposi si scambino un pegno (solitamente un anello) a memoria delle promesse nuziali che ogni sposo prepara in anticipo con l’aiuto ed il consiglio di un sacerdote, che di solito è lo stesso che officia la cerimonia.

La vedovanza, dopo un anno dalla morte del coniuge in cui è tradizione portare il lutto in sua memoria, viene considerata un eccesso che allontana dalla Via Virtuosa. Il dolore per la perdita di un amore o l’abbandonarsi alla malinconia e alla solitudine vengono considerati eccessi che allontanano dalla Via Virtuosa, ed è quindi consuetudine che i vedovi si risposino.

Investitura Cavalleresca

La cavalleria affonda radici nella tradizione valniana, e dalla restaurazione dell’Ecclesia Tetradica il rito di investitura cavalleresca è una cerimonia religiosa consacrata alla Tetrade. Tale consuetudine è particolarmente sentita a Valleterna e Corona del Re, in cui il rito dura quattro giorni e prevede un giorno in cui il Cavaliere si addestra in solitudine e silenzio dall’alba al tramonto, un giorno in cui egli medita e prega, sempre nella completa solitudine, un giorno in cui si avventura da solo nella più vicina zona selvaggia, in cui deve attendere l’alba e tornare indenne al termine della notte, ed un giorno in cui egli partecipa alla cerimonia vera e propria e presta giuramento come Cavaliere. Il rito è in ieratico e prevede che il Cavaliere abbia un padrino che lo presenta, e che lo accompagna durante l’investitura; questa viene compiuta, fatta eccezione per la preghiera di apertura e di chiusura, dal signore cui il Cavaliere si vota.

Rito dell'Addio

Alla morte di un uomo, ed entro 4 giorni da essa, il defunto deve essere sottoposto al Rito dell’Addio, in cui si celebra la dipartita del suo Corpo Celestiale, si prega affinché questo avvenga, o, nel caso di uomini empi, si piange il suo fallimento nel perseguire la Via Virtuosa.

Tale Rito, officiato quando possibile da quattro sacerdoti, prevede un’orazione da parte di un parente prossimo o di un amico del defunto seguita dalla benedizione di commiato e da alcune invocazioni in ieratico. In casi di morte violenta, o qualora si ritenga
possibile che lo spirito del defunto non possa trovare pace, prima del Rito dell’Addio vengono anche officiate una cerimonia per parlare con lo spirito e una per pacificarlo, affinché raggiunga immediatamente l’Oltretomba senza funestare i viventi.

Rito della Memoria

Dopo quattro anni dalla morte, chi può permetterselo mantiene viva la memoria del defunto e della sua Virtù facendo officiare un Rito della Memoria. Tali celebrazioni sono consuete tra nobili ed ecclesiastici, meno presso il popolino, che di consueto celebra i riti della memoria in forma privata, o alla presenza di pochi convenuti.